CAPITOLO 1: PROTOCOLLO C



di Valeria Holly Giuliano

Quando Simona, di TRS Radio mi ha detto che sabato da Merula si sarebbe esibita una band emergente che avrebbe proposto solo brani strumentali, ho avuto paura. Quando ho letto, sulla pagina Facebook della band in questione, che il genere era New Prog Rock ho avuto ancora più paura. Perchè il Prog, ragazzi, non è uno scherzo.
Un genere che esiste da 50 anni e più, che è stato esplorato, mescolato, rivisitato da molti. Ma al quale in pochi sono riusciti a rendere giustizia e quei pochi sono nomi troppo grossi per fare un paragone con questa band. Però, e linciatemi pure, io sabato mattina, quando mi sono seduta al pc ed ho ascoltato tre brani disponibili su FB, alcuni di quei nomi grossi li ho sentiti, tra le note di questi ragazzi di Bra. 

Il loro primo album, auto prodotto, porta il loro nome. E mentre noi ci si scervellava su un possibile collegamento con un recente fatto di cronaca, loro ci hanno spiegato che in realtà questo nome è una sorta di catalogazione: questa era la terza volta che ci provavano. A, B, C. Protocollo C.
Dieci tracce i cui titoli sono delle linee guida di un percorso che ci porta ad immaginarci protagonisti di una storia che ognuno è libero di interpretare come vuole, complice la totale assenza di testi che avrebbero, altrimenti, potuto incanalare l'ascoltatore verso una strada già costruita. "Adolescenza", "Maturità", "Presa di Coscienza"... Tappe che tutti noi abbiamo vissuto, ognuno in maniera diversa.



Le sonorità sono quelle del Prog anni 60 e 70, con tanto di Hammond e la giusta dose di psichedelia per dei brani che, a differenza del Prog vecchio stile, non hanno una durata eccessiva (il brano più lungo è "Flashback", che dura circa 10 minuti). Godibili e alla portata di tutti, anche di chi magari non ama il genere. 

Marco Vona, Daniele Saglia, Fabrizio Gallo e Alessandro Aiello sono quattro musicisti capaci e preparati, che sanno mantenere sul palco lo stesso (alto) livello che hanno su cd. Lo spettacolo live è accompagnato da 10 bellissime gif animate, ognuna associata ad un brano, opera di Matteo Manera, amico della band, artista e tatuatore. La copertina del disco, invece, è una storia diversa. Il braccio di un giradischi, un'ombra sul muro. Due amici spaccati ammerda in contemplazione. L'ombra diventa dipinto, il dipinto diventa copertina del cd.

Non sarà facile per loro trovare posto sui palchi della provincia. Hanno scelto un genere difficile da portare in giro, questi ragazzi. Ma proprio per la complessità dell'esecuzione e, se vogliamo, anche dell'ascolto, i Protocollo C servono alla musica italiana. 



Se volete seguirli, questa è la loro pagina FB: https://www.facebook.com/protocolloc


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